BMC, Van Avermaet pronto all’ennesimo assalto alla Sanremo: “La chiave è il posizionamento”

Greg Van Avermaet partirà questa mattina alla caccia della Milano-Sanremo 2018. Si tratta di una corsa che finora non ha mai regalato soddisfazioni particolari al campione belga della BMC, in quanto non è mai andato oltre un quinto posto datato 2016. L’anno scorso fu solo 21° e non sarà facile per lui centrare la prima vittoria stagionale proprio in questa corsa, anche se le condizioni atmosferiche particolarmente ostiche potrebbero rivelarsi un suo alleato, così come il dorsale 51: il preferito di Eddy Merckx che qui ha vinto sette volte.

Per me la chiave è il posizionamento – racconta ai microfoni di VeloPro – Spesso in una gara abbiamo diverse carte, alla Milano-Sanremo ne abbiamo solo una. Spero per me stesso che la gara sarà dura come l’anno scorso”. Proprio un errore di posizionamento non gli permise di giocarsi il successo dodici mesi fa: “Ero troppo lontano ai piedi del Poggio. Ero a ruota di Degenkolb. Ho fatto un grande sforzo per rientrare. Probabilmente ho fatto la mia scalata più veloce del Poggio, ma quando sono tornato davanti, il distacco era già stato fatto dai tre davanti. Spesso ho finito la Sanremo con la testa tra le mani pensando che avevo le gambe ma non ottenevo risultati. L’anno scorso è stato ancora peggio perché avevo le gambe per seguire i migliori e ho commesso questo errore di posizionamento”.

Il motivo per cui è tanto difficile vincere una Sanremo, secondo lui, è la forte concorrenza: “È una gara in cui al via ci sono almeno 30 corridori in grado di vincere. Ed è una gara in cui puoi anche avere le gambe migliori, ma non hai la garanzia di un risultato. Se fai un’eccellente salita sul Poggio, ti ritrovi in testa ma vieni ripreso, quindi riprovarci è molto difficile, tanto arrivano forte da dietro. Quindi puoi anche essere uno dei più forti, ma non si rifletterà sul risultato”.

Il fatto che diversi velocisti abbiano dato forfait non tranquillizza il campione olimpico, che ripensa a quanto successo l’anno scorso: “Possiamo parlare quanto vogliamo…È sempre la stessa incertezza”. Dal punto di vista tattico, il punto chiave resta sempre il Poggio: “Penso che la mia migliore possibilità di vincere sia stata nel 2011, quando sono partito tra Cipressa e Poggio. Quella’anno ho passato la vetta del Poggio in testa ma non conoscevo abbastanza bene la discesa. Dopo esserne sceso altre sette volte, comincio a conoscerla. Ma all’epoca mi hanno lasciato andare, oggi non sarebbe più lo stesso”.

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